Nell’era digitale, il software è il pilastro sul quale costruire il valore di un’azienda. Realizzare applicazioni performanti non è più sufficiente, ma bisogna farlo con rapidità e in perfetta sintonia con le esigenze delle linee di business, che sono consapevoli di dover sfruttare al massimo l’innovazione per raggiungere i propri obiettivi.
Questa trasformazione richiede molto più che strumenti e competenze: serve un cambiamento di metodo, e per questo è nato il paradigma DevOps.
Il time to market non è l’unico fattore ad aver spinto le aziende verso nuove metodologie di sviluppo e di gestione dei sistemi IT. Non meno importante è stata la necessità di sviluppare software in modo efficiente, senza generare un’impennata di costi e di complessità operativa.
I modelli operativi classici, fondati su team separati per sviluppo, infrastruttura e sicurezza, generavano inevitabili colli di bottiglia e poca visibilità lungo le fasi dei progetti. Molte attività erano gestite manualmente e ogni modifica o rilascio richiedeva sforzi di coordinamento importanti e incompatibili con la velocità richiesta dal mercato (e dalla propria azienda).
Contemporaneamente, è aumentata la complessità applicativa. Le architetture si sono fatte sempre più distribuite, basate su container e microservizi e progettate per ambienti cloud-native. Questo ha reso evidente l’inadeguatezza degli approcci frammentati, imponendo modelli più integrati e coordinati anche per ragioni di scalabilità e di controllo.
Parallelamente all’evoluzione tecnologica – sempre più orientata al cloud e a servizi composable, ha preso forma un profondo cambiamento metodologico, con le aziende che hanno via via abbracciato approcci più agili, iterativi e collaborativi. In questo contesto, DevOps si è affermato come un approccio capace di unificare in un flusso continuo lo sviluppo, le operations e, con crescente frequenza, anche le attività di sicurezza.
L’adozione di pratiche DevOps è ormai mainstream tra le organizzazioni che sviluppano e gestiscono progetti software complessi: lo usa infatti circa l’80% delle organizzazioni, e addirittura il 99% di queste riferisce impatti positivi in chiave di produttività, efficienza e qualità dei deliverable.
DevOps è una metodologia moderna per lo sviluppo, il deployment e la gestione del ciclo di vita del software, ovvero un insieme di pratiche, principi e strumenti che puntano a creare una perfetta sinergia tra i team di sviluppo (Dev) e i professionisti dell’infrastruttura applicativa (Ops). Queste due aree, essenziali in qualsiasi progetto IT, vengono riunite in un unico processo fluido, automatizzato e collaborativo, con l’obiettivo di accelerare il rilascio del software, di renderlo resiliente e di alta qualità, esente da errori e continuamente aggiornato.
A differenza dei modelli tradizionali, dove sviluppo e operations lavorano parallelamente, DevOps crea flussi continui e automatizzati in ogni fase, dal coding al deployment, fino al test e al monitoraggio post-implementazione.
Uno degli aspetti più interessanti e dibattuti della tematica DevOps è la sua relazione con l’approccio e le metodologie Agile come Scrum e Kanban, che vanno oltre l’area dello sviluppo del software e si basano su principi di iterazione continua, collaborazione, feedback e adattamento. Agile ha gettato le basi per una cultura di sviluppo iterativa e adattiva, mentre DevOps ha integrato questi principi con l’automazione, la continuous integration e la continuous delivery (CI/CD) e, soprattutto, con la collaborazione le due anime dei progetti software, ovvero appunto Dev e Ops.
Nel tempo, DevOps ha continuato ad evolvere, adattandosi alle nuove sfide tecnologiche e organizzative. Tra quelle più significative c’è stata l’integrazione della sicurezza come componente nativa del processo, da cui è nato il paradigma DevSecOps come estensione naturale che integra i controlli di sicurezza in tutte le fasi di sviluppo e di gestione del software, evitando così di intervenire a “giochi fatti”.
L'intelligenza artificiale ha un impatto importante nel panorama DevOps, soprattutto in chiave di automazione e ottimizzazione dei processi. L’automazione, in particolare, è sempre stata un pilastro delle pratiche DevOps, ma qui diventa intelligente e può, ad esempio, identificare le cause di degrado delle prestazioni degli applicativi o fornire consigli sull'ottimizzazione del deployment, per non parlare dei benefici in chiave di sicurezza nella rilevazione proattiva delle vulnerabilità.
DevOps si fonda su una serie di pratiche e di principi che, se implementati correttamente, consentono di ottenere i benefici attesi in termini di velocità, qualità ed efficienza.
DevOps abbatte le barriere tra team di sviluppo, operations e, sempre più spesso, sicurezza. La collaborazione è continua, supportata da tool dedicati e da processi trasparenti che favoriscono una cultura orientata al risultato. I team lavorano con obiettivi allineati e comunicazione costante, utilizzando piattaforme collaborative.
L'automazione è un elemento chiave di qualsiasi progetto improntato all’efficienza: dalle pipeline CI/CD ai test automatizzati, fino all'infrastruttura come codice (IaC). L’automazione riduce il rischio di errori, accelera i rilasci e garantisce la ripetibilità dei processi. Strumenti come Jenkins, GitLab, Terraform e Ansible permettono di costruire pipeline che trasformano il codice sorgente in applicazioni pronte per la produzione con limitato intervento umano.
DevOps abbatte i silos organizzativi creando team con competenze trasversali. Ogni membro condivide la responsabilità del ciclo di vita del software, e questa mentalità incentiva lo sviluppo di codice di qualità superiore e una maggiore attenzione agli aspetti operativi. I successi, e anche gli eventuali fallimenti, sono responsabilità comune.
DevOps promuove un ciclo di feedback costante attraverso strumenti di monitoring e observability. Questi dati, raccolti in tempo reale, servono per ottimizzare le performance, prevenire i problemi e guidare le decisioni future.
L'adozione del paradigma DevOps va oltre l'implementazione di nuovi strumenti tecnologici. È un cambiamento culturale che comporta una revisione radicale dei processi e (di solito) una certa discontinuità rispetto alle modalità operative tradizionali. Questa trasformazione richiede una gestione attenta del cambiamento organizzativo, contraddistinta dalla necessità di vincere la resistenza alle nuove pratiche e l'abbandono dei silos consolidati.
Per definizione, un processo consta di diverse fasi da governare in forma integrata. La selezione degli strumenti è quindi determinante e dipende dall'approccio scelto dall'azienda: si può infatti optare per strumenti specializzati (es. quelli che sovrintendono le fasi di integrazione continua e distribuzione continua) oppure per piattaforme integrate che coprono l'intero ciclo di vita del software.
L'approccio specializzato prevede la composizione di una toolchain attraverso la selezione di soluzioni dedicate al controllo di versione, l'automazione delle build, l'orchestrazione dei container, la gestione dell'infrastruttura come codice (IaC), il monitoraggio e l'observability, la scrittura e l'automazione dei test. Questa strategia offre massima flessibilità e la possibilità di scegliere il miglior strumento per ogni categoria funzionale, ma richiede competenze specifiche per l'integrazione e la gestione di ecosistemi eterogenei.
Le piattaforme integrate puntano a semplificare la complessità operativa offrendo un ecosistema unificato che comprende repository di codice, sistemi CI/CD, gestione dei progetti, strumenti di deployment, funzionalità collaborative e dashboard unificate per monitoring e reporting. Questo approccio riduce significativamente gli sforzi di integrazione e offre un'esperienza utente coerente, oltre a centralizzare la gestione di utenti, permessi e configurazioni.
La scelta tra i due paradigmi dipende da fattori organizzativi come la dimensione del team e le competenze disponibili, ma anche elementi tecnici quali l'ecosistema tecnologico in essere e considerazioni strategiche relative al vendor lock-in, alla roadmap tecnologica aziendale e ai requisiti di compliance.