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Green IT, quando la sostenibilità arriva al codice

Scritto da Kirey Group | 10-mag-2023 9.23.11

La tecnologia gioca un ruolo fondamentale per la transizione energetica dei settori industriali e produttivi energivori, ma quanto è sostenibile, a sua volta, il mondo ICT?

A cura di  Rodolfo Graziano, Software Designer

Negli ultimi anni l’energia è diventata un tema cruciale per il futuro del pianeta: la riduzione delle emissioni di CO2 è uno degli obiettivi strategici più urgenti per i Paesi dell’UE e del mondo. Così, sia la produzione che il consumo energetico hanno scalato rapidamente la classifica degli interessi e dei tavoli di discussione sia industriali che politici. Ma che ruolo ha, in questo contesto, il mondo ICT? Le ultime stime dell’UE vedono l’ICT responsabile di circa il 3% delle emissioni di CO2 globali e questa percentuale è destinata a crescere. Tuttavia, allo stesso tempo, la tecnologia permette di ridurre le emissioni del 15-20% in settori quali l’energia, i trasporti e l’agricoltura. Se, quindi, è imprescindibile pensare a un ruolo sempre più rilevante della tecnologia nel percorso di transizione energetica che coinvolge industria e servizi, dall’altra è necessario prendere coscienza delle emissioni generate dallo stesso mondo ICT e interrogarsi su possibili modi per ridurle. È proprio per questa ragione che da qualche tempo si parla di green IT, ovvero pratiche e principi mirati a ridurre l’impatto ambientale del mondo IT, che toccano diversi ambiti di intervento.

Green coding, green datacenter e green cloud: di cosa si tratta

Quando parliamo di green IT indichiamo genericamente tutte le buone pratiche e soluzioni che hanno come obiettivo la riduzione dell’impatto ambientale della tecnologia. All’interno di questo vasto perimetro, si possono individuare ambiti più specifici. Il green coding, ad esempio, rappresenta una serie di prassi che mirano a ottimizzare il codice e il consumo energetico necessario per l’esecuzione degli algoritmi. A questo si affiancano procedure per migliorare l’utilizzo del network, fino ad arrivare a pratiche di orchestrazione dei servizi cloud: in questi casi, si parla di green datacenter e green cloud.

Efficienza energetica nei servizi cloud

I servizi cloud, con i relativi data center, rappresentano una fetta importante dei consumi ICT, tanto da essere diventati oggetto di un Regolamento Europeo del 2019, che stabilisce specifiche per la progettazione ecocompatibile di server e prodotti di archiviazione dati. Gli sforzi in ambito IT Green, quindi, si stanno concentrando in questo settore. Non solo per quanto riguarda l’ottimizzazione delle macchine, ma anche per la dissipazione del calore: una parte rilevante dei consumi dei datacenter, infatti, è generata dagli impianti di raffreddamento degli spazi necessari perché gli ambienti non si surriscaldino.

Come ottimizzare la sostenibilità dell’infrastruttura IT

Nella pratica, esistono varie tecniche di ottimizzazione che possono essere impiegate per minimizzare i consumi e gli sprechi, che variano dal livello micro-gestionale al livello macro-gestionale. Uno degli esempi più semplici di micro-gestione? Bilanciatori di carico installati sulle apparecchiature, che reindirizzano il carico applicativo verso le zone più fredde dell’impianto, minimizzando quindi i costi di dissipazione. Un esempio di macro-gestione può essere, invece, il riuso dell’energia calorifica prodotta, ad esempio, tramite impianti di teleriscaldamento. O ancora, considerando la natura globale dei software cloud moderni è possibile migrare i carichi lavorativi in base alla rotazione terreste e ad altri fattori che permettono di sfruttare al massimo le energie rinnovabili, come quella eolica o solare.

Massimizzare l'efficienza energetica attraverso il Software Development

Il risparmio energetico delle infrastrutture è, come abbiamo visto, una questione di primaria importanza. Tuttavia, questo non dovrebbe distrarre dalle responsabilità di uno sviluppo intelligente del software stesso. Da un lato, la corretta implementazione di codice ottimizzato – senza, quindi, parti ridondanti o superflue - può ridurre gli sprechi energetici grazie ad algoritmi efficienti per i calcoli, con operazioni contenute e tempi di esecuzione rapidi. Dall’altro, l’uso strategico di policy di caching dei dati può determinare enormi risparmi, evitando aggiornamenti costanti che sovraccaricano l'uso della rete. Altri esempi possono essere l’utilizzo di sistemi di code e/o socket che, se implementati correttamente al posto di rudimentali algoritmi di pooling, possono contribuire significativamente all’ottimizzazione dei consumi.

Green IT, risparmio energetico è risparmio economico

Queste sono solo alcune delle buone pratiche che si stanno affermando nell’ambito della sostenibilità del codice e delle infrastrutture. La questione è prioritaria per un gran numero di organizzazioni, per diverse ragioni. Innanzitutto, molte di loro si sono poste degli obiettivi concreti di riduzione del proprio impatto ambientale, in linea con l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, e si stanno muovendo verso l’ambizioso traguardo zero emissioni, che dovrà necessariamente coinvolgere anche l’ambito IT. In secondo luogo, sono sempre di più le imprese che hanno avviato un percorso di innovazione grazie alle tecnologie IoT, arrivando a gestire una notevole quantità di micro-apparecchiature digitali, ciascuna delle quali potrebbe consumare meno se il software fosse ottimizzato secondo la logica del green coding.

Infine, è bene sottolineare come il risparmio energetico equivalga, nel lungo termine, a un risparmio economico. È quindi nell’interesse di tutti continuare a sviluppare best Green IT practice e soluzioni per rendere il mondo ICT un po’ più green.