A cura di Teresa Roma, Business Line Manager di Kirey Group
Non sono dati falsi. Non sono un surrogato di comodo. Sono dati fittizi, sì, ma costruiti su fondamenta solidamente reali. E il loro obiettivo non è "inventare" la realtà, ma riprodurla fedelmente, in sicurezza, rispettando la complessità e la specificità dei fenomeni aziendali che rappresentano. È così che, in estrema sintesi, potremmo definire i synthetic data, la nuova frontiera dell’evoluzione digitale scaturita dai più recenti vincoli normativi, dalle preoccupazioni legate alla privacy, e dalla crescente esigenza di alimentare sistemi intelligenti con informazioni qualitativamente impeccabili.
I dati sintetici sono infatti un ecosistema di dati artificiali, indistinguibile da quello reale sotto il profilo comportamentale, ma completamente svincolato da identità o riferimenti sensibili. Per questo non sostituiscono i dati reali, ma diventano uno strumento chiave per accelerare l’innovazione, ridurre il time-to-market, e affrontare le sfide della trasformazione digitale in modo sicuro, scalabile e sostenibile.
Le applicazioni sono molteplici, dall’healthcare ai servizi finanziari. Pensiamo ad esempio a una banca che voglia attuare un progetto di dynamic pricing: qui i synthetic data permettono di analizzare i comportamenti della clientela senza esporre dati sensibili, velocizzando la sperimentazione e garantendo piena compliance.
Il punto chiave è infatti la rappresentatività: il dato sintetico deve essere una trasposizione comportamentale coerente del dato reale, replicato per scopi precisi. E proprio in quest’ottica, anche la gestione del dato sintetico non può prescindere da una forte governance.
Generare dati sintetici richiede competenza, metodo e consapevolezza. Si tratta di progettare rappresentazioni fedeli di processi di business, mantenendo coerenza con i metadati e l’identità aziendale, attraverso un preciso know-how, tuning dei modelli e valutazione accurata. Il rischio, altrimenti, è di generare non un patrimonio, ma un artefatto che, se costruito male, può anche rivelare informazioni sensibili.
La creazione di dati sintetici deve partire sempre dallo studio approfondito dei dati reali, che devono essere puliti, certificati e rappresentativi, in maniera da modellare comportamenti, abitudini e correlazioni attraverso tecniche statistiche avanzate e algoritmi generativi.
Un percorso rigoroso e replicabile potrebbe essere schematizzato in cinque fasi:
Come si può intuire, il valore dei synthetic data non sta solo nella tecnologia che li genera, ma nella gestione del loro ciclo di vita. Questo comporta il possesso di metodo, cultura e visione che concorrono a formare una vera e propria governance per definire ruoli, regole e responsabilità per l’utilizzo dei dati sintetici, un controllo dei loro rischi e della loro integrazione nei processi aziendali.
Solo in questo modo il synthetic data può elevarsi da “trend” a leva concreta di innovazione responsabile e ponte tra l’urgenza di fare AI e data-driven business, proteggendo i dati personali e rispettando la regolamentazione.