Nel 2025, la competitività industriale non si gioca solo sulla qualità del prodotto. A fare la differenza sono molti altri fattori: la capacità di ridurre drasticamente il time to market, di modellare le linee produttive on-demand, di gestire microlotti e ordini just-in-time con flessibilità e rapidità. La sfida è produrre bene, in fretta, su misura e con continuità. Ma come fare?
Le imprese sono consapevoli di poter soddisfare le esigenze dei mercati solo attraverso una pervasiva digitalizzazione dei loro processi produttivi. Nel 2025, e con diversi round di incentivi alle spalle, questo riguarda anche tutte le PMI, sempre più coinvolte in filiere integrate, dinamiche e iper-competitive.
Nonostante si parli ormai da anni di industria 5.0 e di fabbrica intelligente (o di smart manufacturing che dir si voglia), alcuni limiti strutturali continuano a frenare una trasformazione pervasiva. Il più ostico è la difficoltà nel rendere centrali i dati dei processi operativi. Molti contesti produttivi, infatti, sono eterogenei e si basano sulla coesistenza di macchinari di epoche diverse, su protocolli differenti e fonti dati non standardizzate. Se a questo si aggiunge la carenza di competenze in grado di tradurre dati in insight, si comprende quanta strada si debba ancora percorrere.
Si parla tanto, e giustamente, di intelligenza associata ai processi produttivi e di AI come leva strategica per la competitività, con investimenti destinati a crescere esponenzialmente (+45% all’anno fino al 2030). Ma la verità è che, in diversi contesti, mancano ancora le condizioni affinché l’AI possa davvero esprimere il suo potenziale, perché senza un ecosistema di dati affidabili, strutturati, contestualizzati e accessibili, anche gli algoritmi più evoluti hanno difficoltà ad esprimere il loro potenziale. Una trasformazione efficace deve poggiare su fondamenta solide, prima fra tutte il MES.
Il Manufacturing Execution System (MES) è un tassello irrinunciabile del percorso verso una manifattura sostenibile e data-driven. Nato per monitorare, supervisionare e sincronizzare l’esecuzione della produzione in tempo reale, il MES ha assunto oggi un ruolo più strategico: è il connettore tra il mondo fisico degli impianti e quello dei sistemi gestionali, ed è proprio da questa interconnessione che può nascere un ecosistema sinergico di dati.
In contesti industriali dove coesistono macchinari eterogenei, il MES rappresenta la struttura di raccolta, normalizzazione e, soprattutto, valorizzazione delle informazioni. È lo strato che acquisisce informazioni sia dal campo – dai macchinari, dai sensori, dalle linee produttive – sia dal mondo gestionale, favorendo una comunicazione bidirezionale tra le due anime dell’impresa: operations e business.
Il MES non si limita però a interconnettere, ma ottimizza i processi di fabbrica. Tramite questo sistema:
Il MES è dunque un abilitatore di automazione, di sostenibilità e di produttività. Senza di esso, parlare di fabbrica intelligente rischia di essere poco più che uno slogan.
Da decenni, il MES è uno dei capisaldi della digitalizzazione industriale. Le aziende lo hanno introdotto per aumentare l’efficienza operativa, migliorare la qualità del prodotto finito, ottenere trasparenza sui processi e incrementare la produttività. Tutti elementi fondamentali, che ancora oggi sono i pilastri su cui si misura la solidità di un impianto produttivo: dove c’è un MES ben governato, ci sono KPI affidabili.
Oggi però c’è una nuova prospettiva: il MES non porta solo efficienza e controllo, ma diventa il punto di partenza per costruire un vantaggio competitivo basato sull’innovazione. Un’innovazione che, nel 2025, ha sempre più spesso il volto dell’intelligenza artificiale.
L’AI promette di rivoluzionare la manifattura offrendo alle imprese molteplici possibilità, tra cui:
Come anticipato, nessuna di queste potenzialità può essere realizzata senza una base solida di dati affidabili, coerenti e fruibili. Ed è qui che il MES si trasforma da sistema esecutivo a piattaforma intelligente. Oggi esistono soluzioni evolute che integrano algoritmi di machine learning per l’ottimizzazione continua dei flussi produttivi, così come funzionalità di AI generativa per redigere report operativi automatici o fornire assistenza virtuale agli operatori.
In alternativa – o in parallelo – i dati raccolti e gestiti dal MES possono essere integrati in piattaforme esterne di AI, dando vita a modelli predittivi personalizzati, a digital twin, a soluzioni ad hoc o a dashboard che non si limitano a fotografare lo stato della produzione, ma forniscono suggerimenti contestuali per la sua ottimizzazione.
È dunque la presenza di un MES ben configurato e utilizzato quotidianamente a rendere realistico e sostenibile un percorso di innovazione fondato sui dati e volto ad allineare i processi produttivi alle richieste – sempre più sfidanti – dei mercati di riferimento.