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Accessibilità tecnologica? La sfida è aperta: la storia di Sergiu Soroceanu

Kirey Group

  

    La tecnologia ci impone di ripensare il lavoro in modo da renderlo accessibile a tutti.

    Il percorso verso l’inclusività è lungo e comprende scelte concrete che riguardano tutta l’organizzazione, ma anche cambiamenti che nascono dalle persone che decidono di mettersi in gioco. Come cercare soluzioni per rendere la comunicazione più accessibile, o riscrivere un processo che non aveva nulla di sbagliato, per trovare uno standard più inclusivo.

    Lo sa bene Sergiu Soroceanu, nuovo componente del team Quality Assurance & RPA. Il percorso di Sergiu è iniziato in Moldavia, suo Paese d’origine, che ha lasciato a 14 anni in seguito a un incidente che gli ha provocato il distacco della retina. Arrivato in Italia per sottoporsi a degli interventi chirurgici avanzati che non sarebbero stati possibili in Moldavia, Sergiu ha messo radici a Bergamo, dove si è diplomato e laureato in Lingue. Nei tre anni successivi a quegli interventi, purtroppo non riusciti, Sergiu ha perso la vista completamente e ha dovuto cercare nuove coordinate per orientarsi nel mondo. La tecnologia ha avuto, per lui, un ruolo cruciale.

    Sergiu Soroceanu ci ha raccontato la sua esperienza in Kirey Group, insieme a Stefano Russo, Business Line Manager dell’area Quality Assurance & RPA, che l’ha guidato nel suo periodo di stage.

    Sergiu, come ti sei avvicinato al mondo IT e come sei arrivato in Kirey?

    "Durante gli studi frequentavo dei forum online in cui persone non vedenti si scambiavano pareri e informazioni. Così, ho scoperto che anche chi usa il pc con il supporto del software open-source di sintesi vocale che utilizzo anch’io, NVDA, può riuscire a programmare. Ho iniziato a studiare linguaggi di programmazione da autodidatta perché quest’ambito mi ha sempre affascinato e nel 2019 ho partecipato a un corso di 200 ore di HTML, Javascript e CMS, organizzato dall’Unione Italiana Ciechi di Milano. Dopo il corso ho iniziato a cercare lavoro in questo settore e dopo alcuni tentativi non andati a buon fine sono entrato in contatto con Kirey Group. Fin da subito mi è stata data la possibilità di lavorare da casa, che ho apprezzato molto: riesco a spostarmi tranquillamente con i mezzi pubblici, ma dopo la pandemia trovo che le persone siano più restie a dare una mano, mentre prima c’era sempre qualcuno che si offriva per aiutarmi ad attraversare la strada, ad esempio. E questo rende i viaggi un po’ più difficili".

    Come avete approcciato la fase di onboarding?

    [Sergiu] "Inizialmente ero un po’ preoccupato all’idea di dover studiare tanti nuovi software. Ma hanno prevalso la curiosità, la voglia di imparare cose nuove e di crearmi un background più solido in questo settore".

    [Stefano] "Abbiamo dedicato i primi mesi di affiancamento a identificare attività e strumenti compatibili con il tool di sintesi vocale. Siamo partiti dallo sviluppo Java per poi esplorare altri campi, come il testing e PL/SQL, con l’obiettivo di individuare l’area migliore in cui Sergiu potesse diventare autonomo nel completamento dei task. L’area di API testing automation si è rivelata la migliore; nella pratica, lui lavora sull’automazione dei test di non regressione, in modo che gli sviluppatori possano lavorare in serenità".

    Sergiu, che software usi e che livello di accessibilità hanno?

    "Lavoro con Postman di Google: dopo mesi di prove, con Stefano abbiamo individuato questo tool, abbastanza accessibile, che riesco a gestire quasi completamente, anche grazie a degli escamotage. Capita di frequente che software e app siano accessibili solo in alcune delle loro parti: quasi sempre gli sviluppatori progettano prima funzionalità e user experience non tenendo conto del fattore accessibilità, che viene considerato solo in un secondo momento. Perciò, anche nelle app che uso nella mia vita privata segnalo bug e spunti perché vengano migliorate. Ho fatto delle segnalazioni anche al team di sviluppo di Postman, che dovrebbero venire presto prese in carico. In queste dinamiche la community ha un grande valore: più persone segnalano più i vendor sentono l’urgenza di intervenire".

    Stefano, che impatto ha avuto sul tuo team l’ingresso di Sergiu?

    "Per me e per tutto il team si è reso necessario un cambiamento di prospettiva per riuscire a comunicare in modo corretto le informazioni a Sergiu, soprattutto nella fase di formazione e passaggio di consegne. Pensiamo, ad esempio, alla condivisione schermo che usiamo così tanto per mostrare documenti e procedure ai nostri interlocutori da remoto: in questo caso è necessario lasciare il tempo al sintetizzatore vocale di leggere, senza che la voce si sovrapponga con la spiegazione. Personalmente ho imparato molto sulla gestione della comunicazione in queste circostanze, riflettendo su cosa dire e che cosa lasciar dire al tool. In alcuni casi, inoltre, queste dinamiche ci hanno fatto riflettere anche su nostre procedure interne, che sono state standardizzate per renderle più facilmente comunicabili a Sergiu. Inoltre, lui usa esclusivamente gli shortcut da tastiera, che apprezzo molto perché trovo che facilitino il lavoro e l’interazione con il software, e ha incentivato tutto il team a utilizzarli di più e a scoprirne di nuovi.

    È stato un percorso sfidante, che ci ha portato un nuovo modo di pensare al nostro lavoro e ai processi, e il risultato è stato arricchente per tutti. 

    Per quanto riguarda il rapporto con il team, oggi Sergiu è autonomo e ben integrato, partecipa agli allineamenti periodici e fa parte dei team di lavoro dedicati alla DG Suite e alla Suite Pension Funds. Nei prossimi mesi, oltre a occuparsi degli API test, studierà questi prodotti per migliorarne l’accessibilità: un aspetto che oggi, anche grazie a lui, riteniamo fondamentale in termini di UX".

    Sergiu, come immagini il tuo futuro in Kirey?

    "Il mio nuovo contratto inizia ufficialmente ad agosto e sono molto felice. Da settembre inizierò a frequentare l’ufficio di Milano un giorno a settimana e mi fa piacere poter finalmente conoscere alcuni dei colleghi di persona!

    Per quanto riguarda il mio ruolo, vorrei continuare a imparare e dare il mio contributo il più possibile. So che prima di me l’azienda non aveva avuto esperienza con casi analoghi, quindi siamo partiti a conoscerci reciprocamente senza la certezza di poter trovare una soluzione valida per entrambi. Oggi sono grato a Kirey per aver accettato la scommessa puntando su di me, investendo tempo per trovare insieme equilibrio e autonomia. Contribuire al successo dei prodotti di Kirey Group mi rende orgoglioso".

     

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