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Master in Digital Transformation, il bilancio del primo anno di corso

Kirey Group

  

    Cinque apprendisti di Kirey Group che hanno preso parte al Master in Digital Transformation raccontano com’è andata

    Investire nei talenti significa investire nella crescita e nel futuro. Come Kirey Group, siamo consapevoli dell’importanza della formazione in tutte le fasi della carriera di ciascuno e proprio da questa consapevolezza è nato il Master in Digital Transformation, un percorso formativo dedicato agli apprendisti che entrano a far parte della nostra organizzazione. Tre anni di lezioni, fra hard skills & project management, soft skills, trend di mercato e moduli di formazione obbligatoria, tenute da docenti sia interni che esterni, della società specializzata in training aziendale InsideOut. Il tutto, in una classe virtuale che ha coinvolto 24 giovani professionisti che da poche settimane hanno concluso il loro primo “anno scolastico”. Abbiamo fatto un bilancio su questa prima tappa raggiunta insieme a cinque di loro: Giacomo Gelli, Data Warehouse Designer, Matteo Inchingolo, Software Developer, Francesco Lo Vullo, Software Developer, Francesca Marengo, HR Specialist, e Tommaso Pratesi, Technology Administrator.

    In gruppo, per lavorare su sé stessi

    Inizialmente, l’invito al Master è stato colto con sorpresa: “Quando ho ricevuto la comunicazione sono rimasta stupita – commenta Francesca – perché non è frequente che un’azienda offra a figure junior un percorso formativo così completo come quello di un Master”. “Ho pensato che fosse una bella dimostrazione di quanto Kirey creda nei giovani professionisti - aggiunge Francesco - e ritenga che possano portare energia, positività e dare nuova linfa all’azienda”. E, per qualcuno il Master rappresentava un’incognita: “Prima di iniziare non avevo grandi aspettative – dice Giacomo - invece oggi posso dire che quest’anno di formazione è stato utilissimo sia per la parte più tecnica e interna, legata alla conoscenza delle diverse business lines, che per le soft skills”; proprio quest’ultima inizialmente destava scetticismo anche in Matteo, che invece si è ricreduto durante il percorso: “Il metodo didattico interattivo e collaborativo con cui sono state proposte le attività e gli approfondimenti legati alle soft skills mi hanno fatto ricredere sui pregiudizi che, da buon tecnico, avevo prima di iniziare, e ho cercato di trarre il massimo da tutta quest’esperienza proprio lavorando su me stesso e sulla comunicazione. L’ho colta come opportunità per superare la mia natura introversa e mi sono buttato. Non avevo paura di intervenire, dicendo qualcosa di sbagliato”.

    Fra gli argomenti su cui i ragazzi sono stati chiamati a sperimentare, dopo le dovute spiegazioni teoriche, troviamo, ad esempio, la teoria che associa le diverse personalità ai colori, e la tecnica dell’elevator pitch, una presentazione sintetica – che dovrebbe lasciare il segno nel tempo di una corsa di ascensore, appunto – di sé stessi o del proprio prodotto. Saper vendere e sapermi vendere non è parte del mio dna – racconta Giacomo – ed è per questo che capire le dinamiche della comunicazione di business che rappresenta l’elevator pitch per me è stato prezioso. Ora sto lavorando su questo sia a livello professionale che personale”.

    Le lezioni dedicate alle soft skills, insomma, hanno lasciato il segno nei ragazzi, anche grazie al format: “Lavorare in gruppo è stato davvero costruttivo e ci ha permesso di dare spessore alle spiegazioni teoriche con esempi e giochi di ruolo – dice Tommaso – Nella lezione dedicata a personalità, aspetti caratteriali e colori, ad esempio, abbiamo calato quello che abbiamo imparato su ipotetici casi reali che potremmo incontrare tutti i giorni al lavoro”.

    “Dare un volto a un nome”, quando il lavoro non ha confini geografici

    Il lavoro in team non solo come occasione per fare propri concetti teorici e mettersi in gioco, ma anche per fare conoscenza di colleghi mai incontrati prima, data la modalità di hybrid work estesa a tutto il Gruppo, e all’essere dislocati nelle diverse sedi italiane di Kirey Group. “Questo percorso mi ha permesso di dare volti a quelli che prima erano nomispiega Francesca – come HR è naturale sentire i colleghi in fase di ingresso, poter lavorare con alcuni di loro è stata una novità, e mi ha fatto molto piacere”.

    Della stessa idea è Francesco, che vive e lavora da Palermo: “Ho iniziato a lavorare in Kirey in full remote, quindi per me è stato prezioso estendere le mie conoscenze oltre a quelle del mio team anche ad altri colleghi. A ottobre, poi, ho avuto l’occasione di lavorare in presenza a Torino: sono stato un mese intero in sede ed è stato bello vedere di persona, in ufficio, alcuni compagni di corso. Occasioni di networking interno, come quella del Master, sono molto importanti.”

    Viaggio nel mondo Kirey, un’occasione per conoscere e lasciarsi ispirare

    E se le soft skills sono servite per rompere il ghiaccio fra i partecipanti e portarsi a casa nuovi spunti di crescita, non sono mancate lezioni dedicate all’estesa offerta di Kirey Group. Ciascuna delle business lines ha presentato la propria struttura e area di competenza, contribuendo così a disegnare una panoramica completa del mondo Kirey: “Nonostante questa parte di formazione fosse focalizzata su aree molto specifiche, come Cloud, Testing o DevOps, – commenta Francesca – anche per il mio ruolo di HR è stata utilissima, soprattutto per avere basi più solide e approfondite per il recruiting di tecnici”.

    “Ho trovato fantastica l’opportunità di interagire con i colleghi senior che ci hanno presentato le loro aree durante le lezioni frontali – aggiunge Matteo – Il fatto che si siano resi disponibili a dare consigli anche a lezione conclusa, via e-mail o Teams, è stata un’occasione d’ispirazione e mentoring di cui ho approfittato per confrontarmi e iniziare a immaginare possibili sviluppi della mia carriera all’interno di Kirey Group”.

    Road to 2023

    Il bilancio del primo anno è, dunque, certamente positivo: gli apprendisti hanno intrapreso un percorso formativo stimolante che, da una parte, li ha condotti in una conoscenza più approfondita dell’azienda, dall’altra li ha spinti a lavorare sulle competenze trasversali e sul proprio personal branding. Ma cosa li attende nei prossimi due anni di corso? Le aspettative sono alte ma, in generale, si inseriscono nel solco del cammino già intrapreso insieme nel 2022: “Mi piacerebbe continuare a partecipare a lezioni che propongono modalità interattive e lavori di gruppo – commenta Tommaso – alla fine del percorso mi aspetto di aver acquisito un bagaglio di conoscenze importante, ma anche di essere cresciuto a livello personale”. Anche Francesca è della stessa opinione e aggiunge: “In futuro sarebbe bello poterci incontrare di persona, condividere una giornata di lezioni e un pranzo insieme, per consolidare la relazione che si è creata fra noi partecipanti anche dal vivo”. Insomma, il gruppo guarda con entusiasmo all’avvio del nuovo ciclo didattico, previsto per gennaio 2023.

    Scegliere un unico aggettivo per descrivere quest’esperienza, per i cinque giovani professionisti, non è stato facile. Ma, come sempre accade quando ci si confronta con il difficile esercizio della sintesi, sono emersi approcci personali e distintivi che, insieme, dipingono un quadro fedele di tutto quello che il Master ha rappresentato per loro in questi mesi. Ci sono i pragmatici: Francesco, che lo definisce “interessante”, per la ricchezza di nozioni e spunti appresi, e Tommaso, che sceglie “utile”, per la quantità di nuove conoscenze che è già riuscito a mettere in pratica; c’è poi chi fa prevalere l’entusiasmo, Matteo: per lui il Master è stato “travolgente”, un’esperienza unica che ha aperto nuovi scenari professionali e di vita. E infine, i creativi: per Giacomo questo primo anno è stato “caloroso”, perché ha trovato con colleghi e insegnanti “un’armonia calorosa” che ha creato un ambiente ideale per apprendere cose nuove; per Francesca, infine, il Master è stato “colorato”, perché le ha permesso di conoscere tutte le sfumature dell’azienda e soprattutto delle persone che hanno condiviso questo percorso, e di capirne e valorizzarne l’unicità.

    E ora, non resta che attendere l’inizio del nuovo anno, per scoprire quali sorprese riserverà il Master in Digital Transformation agli apprendisti di Kirey Group nel 2023.

    Arrivederci in classe!

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