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Kirey Group per Fondazione Veronesi: prosegue la ricerca sugli effetti dell’inquinamento dell’aria sui bambini

Kirey Group

  

    Prosegue anche per il 2023 il nostro sostegno alla ricerca con Fondazione Veronesi: quest’anno il nostro contributo è stato destinato al dottor Edoardo Franceschini, biologo e dottore di ricerca in Scienze Endocrinologiche all’Università La Sapienza di Roma.

    Avevamo già incontrato il dottor Franceschini a maggio, per farci raccontare la sua attività di ricerca volta a indagare gli effetti dell’inquinamento dell’aria su un campione di bambini in età scolastica. Ora, con l’avvicinarsi della fine dell’anno, ci siamo confrontati su come sta proseguendo la ricerca.

    A che punto è la sua ricerca? Quanto è stato fatto e quanto resta ancora da fare?

    La prima fase del progetto (stagione di campionamenti/analisi primavera-estate) è completata al 100%. I campioni di cellule della bocca prelevati dai bambini sono stati processati per le analisi di laboratorio: procedura di recupero da fissativo, trasferimento su vetrino, colorazione, lettura al microscopio a fluorescenza delle anomalie genomiche ed analisi/interpretazione statistica dei risultati. Da poco abbiamo iniziato i campionamenti della stagione autunno/inverno.

    Può raccontarci qualcosa in più su come si svolge la raccolta di campioni quando la ricerca coinvolge, come nel suo caso, una parte della popolazione?

    Quando nella ricerca sono coinvolti campioni da soggetti umani, gli esperimenti sono burocraticamente molto più complessi delle sole analisi di laboratorio. In particolare, questo si verifica quando sono coinvolti minorenni, poiché al livello sperimentale del progetto si sovrappongono numerosi altri livelli amministrativi. Trattandosi, nel mio progetto, di bambini delle scuole primarie, come studiosi non possiamo andare direttamente nelle scuole a prelevare le cellule dagli studenti. Il Principal Investigator (P.I.), ovvero il responsabile del progetto, che ha già precedentemente avuto l’assenso dei bambini coinvolti nel progetto, deve contattare il Sindaco della città dove andremo a campionare. Questo, a sua volta, contatta l’Assessore competente all’istruzione, che informerà i Dirigenti Scolastici delle scuole in oggetto della nostra volontà di andare a campionare. Una volta avuto l’assenso di tutti gli attori coinvolti, vengono stabilite delle finestre temporali entro le quali possiamo recarci nelle scuole a campionare. Naturalmente, siamo autorizzati a prelevare i campioni biologici soltanto da quei minori i cui genitori hanno firmato una dichiarazione dove ci autorizzano a prelevare le cellule dei bambini. Abbiamo, in aggiunta, raccolto anche l’assenso dei bambini stessi, tramite una scheda che loro devono firmare, dove viene chiesto di aiutarci per la buona causa del contrasto all’inquinamento.

    Ha collaborato con altri ricercatori in questi mesi? Com’è composto il suo team di lavoro?

    Quando ci rechiamo materialmente nelle scuole per prelevare le cellule nella fase di campionamento, in genere si coinvolge tutto il personale del laboratorio (il P.I., un dottorando, il tecnico di laboratorio, ed eventuali tesisti, tirocinanti e ragazzi Erasmus che vogliano partecipare). La fase sperimentale la svolgo io personalmente, eventualmente con il supporto di un tecnico di laboratorio, rendendo conto dei risultati al P.I. Se però tesisti, tirocinanti e ragazzi Erasmus sono interessati ad assistere agli esperimenti che svolgo, li coinvolgo volentieri per spiegare loro la parte sperimentale o per rispondere alle loro domande.

    Ha incontrato qualche ostacolo finora? O, al contrario, ha già ottenuto qualche piccola soddisfazione?

    Non ho incontrato particolari ostacoli se non i normali problemi che possono insorgere durante la ricerca e che fanno parte del mestiere, come la standardizzazione di un metodo sperimentale da seguire, o come rendere più adatta una procedura di laboratorio alle mie esigenze o alla strumentazione disponibile. La soddisfazione è quella che deriva dallo svolgere un lavoro complesso, in maniera autonoma, e riuscire a ricavare dei risultati, affrontando e superando le difficoltà che si possono presentare.

    Cosa consiglierebbe a chi è interessato a seguire una carriera nel suo ambito di ricerca?

    Mi sento di dare due consigli: avere una grande passione e una grande pazienza. Se mancano, questo lavoro non può essere portato avanti a lungo termine. Si può fare per un po’, ma poi, inevitabilmente lo si lascia, perché ci rende conto che non è la strada giusta.

     

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