I nuovi paradigmi nello sviluppo applicativo (agile, devops, microservizi) impongono un cambio di passo per l’IT tradizionale.
Se da un lato garantiscono benefici tangibili come ad esempio riduzione del time-to-market e dei costi, dall’altro pongono nuove sfide soprattutto a chi si occupa di operations.
Per le architetture a microservizi l’adozione di una tecnologia di containerizzazione è ormai considerata una best practice, e in quest’ambito lo standard a livello enterprise è Docker Enterprise.
Ma la containerizzazione da sola non è sufficiente: per erogare un’applicazione in produzione serve una soluzione per orchestrare, automatizzare i deployment e lo scaling, monitorare lo stato di ciascun microservizio e reagire automaticamente in caso di failure.
In quest’ambito la soluzione che si sta imponendo come standard de facto è Kubernetes, l’orchestratore sviluppato da Google e ora reso pubblico e ceduto alla Cloud Native Computing Foundation.
E’ di qualche giorno fa l’annuncio di Docker Inc. di integrare il supporto a Kubernetes alla sua Docker Platform(sia nella versione enterprise che nella versione community).
Scelta analoga è stata fatta dai maggiori cloud provider che propongono o direttamente Kubernetes fully managed o un template per la sua creazione.
IKS (azienda Kirey Group), grazie alla partnership con Docker e all’esperienza maturata nella gestione di Kubernetes in ambienti di produzione per alcuni dei suoi clienti, può supportare le aziende nell’adozione e nella gestione delle architetture a microservizi.